Libri/ Il labirinto metrico e altri scritti di bibliofilia

INCANTATO DAI LIBRI

 

di Paolo Vincenti

Ci occupiamo di un libro molto importante quanto sconosciuto nell’ambiente culturale salentino. Una perla rara, quindi, della quale mette conto parlare non solo per la stima che unanimemente il mondo salentino, accademico ed extra accademico, riconosce al suo autore, quanto per la preziosità dell’oggetto stesso che qui viene recensito. Una perla rara, appunto, dato il numero limitatissimo di copie e dato anche l’argomento di cui questo libro tratta. Un libro sui libri, praticamente, un manuale per bibliofili e studiosi,  i quali avranno grande piacere di avere tra le mani questo manufatto artistico che viene da Milano. Milano, che non è solo la città della moda e degli affari, come la vulgata vuole, ma anche una città di grande, straordinaria cultura, che le viene anche dalla sua storia antica di millenni. Il volume di cui si riporta è IL LABIRINTO METRICO E ALTRI SCRITTI DI BIBLIOFILIA di Maurizio Nocera, pubblicato dalle Edizioni Rovello, Milano, 2008.

Scorrendo il Sommario ci si rende conto che non ci troviamo di fronte ad un libro qualsiasi, ma ad un atto d’amore, quello del suo autore, lo studioso salentino Nocera, poeta, scrittore e insegnante, ora anche docente di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi di Lecce, e quello del suo editore, lo stampatore e filosofo milanese Mario Scognamiglio, i quali hanno abbracciato la cultura come una vocazione e con laico apostolato la propalano nel loro quotidiano operare.

Il libro si avvale di una Presentazione di Oliviero Diliberto, che noi siamo abituati a conoscere come politico, già segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani, piuttosto che come docente e studioso, appassionato di libri.

Il primo scritto che compare nel libro è “Il Labirinto metrico di Oronzo Pasquale Macrì”, da cui prende spunto il titolo del libro stesso. Si tratta di un libro, uscito qualche anno fa, a cura dello studioso magliese Cosimo Giannuzzi e che Nocera ha recensito su “L’Esopo”, n.111-112 (Milano, settembre-dicembre 2007). E qui veniamo a questa prestigiosa rivista, “L’Esopo”, la cui storia si intreccia con quella delle Edizioni Rovello, che pubblicano anche il libro di Nocera, in un gioco di incastri che ben sottolinea Oliviero Diliberto nella sua Presentazione. Diciamo che questo libro del professor Nocera suggella un sodalizio culturale, quello fra il suo autore e Carlo Scognamiglio, la cui genesi viene descritta da Nocera alla fine di queste pagine, nell’unico pezzo inedito del libro, in un percorso a rebours, che stimola tante riflessioni nell’avido lettore, curioso come ogni buon bibliofilo di vedere dove l’autore voglia andare a parare, dove portino cioè i percorsi di questo libro, apparentemente intricati, come nel labirinto metrico di Macrì.

Il secondo scritto è:  “Il Manuale tipografico di Alberto Tallone (1898-1968)”, tratto da “Il Bardo”, Anno XV, n.3 (del dicembre 2005). In questo breve ma denso saggio, Nocera riporta della presentazione, tenutasi il 28 settembre 2005, alla Biblioteca Braidense di Milano, del volume di Alberto Tallone “ Manuale tipografico. Dedicato ai Frontespizi e ai Tipi Maiuscoli Tondi e Corsivi”, Tallone Editore 2005. Grande è la gioia che si percepisce tra le righe del pezzo di Maurizio Nocera nel riferire di quella serata e dell’oggetto della presentazione, il preziosissimo catalogo talloniano, recante una introduzione di Enrico Tallone, figlio dell’illustre stampatore Alberto. “Nella sala”, riferisce Nocera, “era stata allestita la mostra antologica  “Settant’anni di tipografia pura” con l’esposizione delle edizioni…create da Alberto Tallone a Parigi e in patria, e quelle dei continuatori, dagli anni ’30 ad oggi”. “Per la prima volta sono stati esposti gli studi, i bozzetti e i progetti del raffinato stampatore di Alpignano…”. Poi riporta alcuni giudizi critici espressi su Alberto Tallone da parte di importanti studiosi come Pietro Trevisani, in un articolo apparso su “Graphicus”, novembre 1953, Maurizio Pallante, autore della biografia “I Tallone” (Scheiwiller 1969), Gianfranco Corsini nella prefazione al libro biografico di Pallante, Luigi Fumagalli, nello stesso libro, e infine il direttore della rivista “La Bibliofilia” Luigi Balsamo.

L’articolo è contrappuntato da alcune bellissime tempere realizzate dall’artista salentino-milanese Antonio Massari in omaggio ai Tallone.  

Il terzo articolo è : “Manuale tipografico di Alberto Tallone”, tratto da “Il Bardo”, Anno XVII N.1 (del settembre 2007). In questo articolo, Nocera si occupa dell’uscita di un nuovo volume  della casa editrice Tallone di Alpignano (Torino) , prosecuzione del  volume uscito nel 2005 “Manuale Tipografico”. Si tratta di “Manuale Tipografico. Complemento al Manuale I, dedicato all’Estetica degli Indici, Colophon e Prospetti”. Questo volume si compone di un tomo vero e proprio e di un tomo cartella contenente gli originali dei “Prospetti Editoriali”. Nocera fa quindi una lunghissima e puntuale disamina del libro, riportando anche parte dello Studio Introduttivo di Piero Scapecchi che  “magistralmente coglie il senso profondo del lavoro dello stampatore di Alpignano..”.  

Il quarto scritto è :  “Il nerudiano 2000 dell’editore Tallone”. Questo è un breve saggio contenuto nel libro di Maurizio Nocera “Neruda Cento anni” ( Edizioni  “I poeti de L’Uomo e il Mare”, Tuglie 2005). Questo saggio è illuminante perché svela la nascita del rapporto fra Nocera e l’editore Enrico Tallone di Alpignano (Torino), nel segno del grande Pablo Neruda. Ed è molto interessante notare come il cammino di  conoscenza e di frequentazione amicale e professionale fra Nocera e Tallone rispecchi  un analogo cammino compiuto molti anni prima  dal grande scrittore cileno Neruda ( da Nocera tanto amato da avergli dedicato un libro, appunto) e il grande editore, maestro dell’arte tipografica, Alberto Tallone, padre di Enrico. Il pretesto che è alla base di questo rapporto è la pubblicazione in Italia nel 2004, di un inedito di Neruda, “2000”, a cura di Tallone. In occasione dei festeggiamenti in tutto il mondo per il centenario della nascita di Neruda, Nocera, che si trovava in Cile a presentare un libro, a sua cura, di Sergio Vuskovic Rojo, vale a dire “Neruda/ L’invenzione di Valparaiso”, nella traduzione castigliana, apprese proprio dal grande filosofo cileno Rojo dell’uscita in Italia di un inedito nerudiano, dal titolo “2000”. Nella sala della dogana di Valparaiso, dove si teneva la conferenza di presentazione del libro, insieme a Nocera e alla consorte Ada Donno ( autrice dell’articolo “Il Cile nei Cento anni di Pablo Neruda” che compare nel libro in parola di Nocera), erano presenti molti intellettuali cileni in vario modo collegati a Neruda, come Francisco “Pancho” Velasco, fraterno amico di Neruda, con la moglie Maria Martner, la poetessa Sara Vial,  Oskar Quiroz Mejia, Rettore dell’Università di Playa Ancha, la cantautrice Maria Martner, Alberto Luis Mansilla, fraterno amico e biografo di Neruda ( e del quale nel libro di Nocera compare il saggio “ Neruda e Vuskovic e il loro legame con Valparaiso”) e, naturalmente, Sergio Vuskovic Rojo ( autore, nel suddetto libro, degli interventi “L’amico, il malacologo” , “L’ebbrezza cosmica” e “Neruda e l’invenzione di Valparaiso”). Comunque l’attenzione di Nocera fu catturata da questo nuovo libro inedito di Neruda di cui aveva sentito parlare. E al suo ritorno in Italia egli subito si mise a cercare questo libro ma con poco successo, trattandosi di un’opera rarissima, da collezionisti. Cercò allora di contattare l’editore Tallone di cui egli fino ad allora non aveva sentito parlare. Fu così che Nocera venne a contatto con un mondo meraviglioso di libri ed edizioni rare, preziose, di cui artefici erano i Tallone di Alpignano, una mitica famiglia di artisti stampatori  di fama mondiale. Nocera fa una descrizione della casa editrice e passa in rassegna le principali realizzazioni artistiche di questa casa tipografica editoriale conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.

Il quinto scritto è: “ Neruda Cento Anni” pubblicato su “Anxa News”, Anno II, N.5 (settembre 2005). In questo articolo, Nocera si occupa dei festeggiamenti per il centenario nerudiano e di alcuni articoli su Neruda precedentemente apparsi su “Anxa News”, i quali poi sono entrati a far parte del suo libro “Neruda 100 anni” di cui abbiamo già detto. Questi articoli sono: “Il Cile nei cento anni di Pablo Neruda” di  Ada Donno, “Pablo Neruda poeta della gioia di vivere” di Alberto Luis Mansilla, “L’amico e il malacologo” e “L’ebbrezza cosmica” di Sergio Vuskovic Rojo.  Nocera si sofferma sulle biografie di Luis Mansilla e di Vuscovic Rojo, entrambi amici personali di Neruda.

Il sesto articolo è: “Storia di un raro libro italiano di Pablo Neruda”, pubblicato su “L’Esopo”, n.109-110, Milano (marzo-giugno 2007). Questo raro libro italiano di Pablo Neruda, seguendo le parole dello stesso poeta nella sua autobiografia “Confesso che ho vissuto”( Santiago del Cile 1973) è: “Los versos del Capitan”, una serie di poesie scritte da Neruda negli anni del suo esilio dal Cile e messe insieme in questo libro, stampato mentre il poeta si trovava nel suo soggiorno italiano di Capri, a Napoli, presso L’Arte Tipografica di Angelo Rossi. Curiosamente questo libro, stampato in pochissime copie a vantaggio degli intellettuali italiani che avevano sempre difeso Neruda, non era firmato, ma anonimo, e questo ne fa un caso particolare nella storia del poeta. Probabilmente, l’autore non aveva voluto firmare il libro per il fatto che la sua storia d’amore con Matilde Urrutia alla quale la maggior parte di questi versi era dedicata, non era ancora del tutto ufficiale e il poeta non voleva urtare la sensibilità della moglie dalla quale era in corso la separazione. Successivamente, questo libro venne firmato e ora tutti sanno che questi versi appartengono a Neruda ma rimane la singolarità di quell’edizione pirata, ambita dai bibliofili di tutto il mondo. Oltre all’edizione prima, del 1952, di appena 40 esemplari,  esiste oggi un’altra edizione del libro, stampata nel 2002,in 1000 esemplari, ma anch’essa molto rara. Il libro pirata del 1952 venne stampato grazie alla generosità di 44 sottoscrittori italiani, grandi intellettuali, politici del PCI, poeti e scrittori, come Palmiro Togliatti, Luchino Visconti, Salvatore Quasimodo, Carlo Levi, Renato Guttuso, Antonello Trombadori, Carlo Bernari, Giorgio Napolitano, ecc., tutti amici di Neruda, e questo fa parlare Nocera del grande valore dell’amicizia e di un altro libro, più recente, su Neruda, intitolato proprio “Il fuoco dell’amicizia”, edito, a cura di Josè Gòni, Patricia Rivadenera e Teresa Cirillo, dall’Arte Tipografica di Napoli, sul ricordo di Neruda degli amici italiani, con il sostegno dell’Ambasciata del Cile in Italia. Questo libro, in 176 pagine, doppia versione, italiana  e spagnola, è stampato da quei Ruggero e Riccardo Rossi, figli di Angelo Rossi e continuatori del mitico nome della tipografia napoletana,L’Arte Tipografica, una delle più celebri al mondo. L’ambasciatore cileno Goni, vero promotore di questa pubblicazione, si è sempre dato da fare nel rinverdire il ricordo del nome di Pablo Neruda con svariate iniziative editoriali, animato da quel sacro fuoco dell’amore e dell’amicizia che la poesia di Neruda veicola nel mondo.

Il settimo scritto è la lunga Introduzione di Nocera al libro “Il Castello di Gallipoli Illustrazione storica architettonica” di Ettore Vernole, a cura di Carmen De Stasio e Maurizio Nocera. Questo libro, pubblicato dalle” Edizioni Il Frontespizio” nel 2008 è la riedizione della famosa opera dello studioso gallipolino Ettore Vernole del 1933, come spiega bene Nocera nella sua Introduzione, in cui fa un excursus sulla storia remota e recente della città di Gallipoli  in particolare sul suo maniero, il Castello, del quale tutti i più titolati esperti di storia patria si sono occupati negli anni. Nocera spiega le ragioni che hanno portato alla ripubblicazione di un’opera fondamentale nell’ambito degli studi gallipolini e conclude con una poesia di Luigi Sansò intitolata “Il Castello”. Dopo lo scritto di Nocera,  nel libro, viene pubblicata una Bio-Bibliografia di Ettore Vernole a  cura di Elio Pendinelli, già apparsa in “Salento, arte, storia” ( Ed. Nuovi Orientamenti Oggi,  Gallipoli 1987) e poi il testo di Vernole, in un volume molto elegante, per bibliofili, di grande formato, composto nel carattere Garamond versione Val, impresso dalla Stamperia Valdonega di Verona per conto dell’editore brindisino” Il Frontespizio”.

 L’ottavo  e ultimo scritto è: “Incantato dalle favole di Esopo”,  inedito, nel quale Nocera riferisce del suo incontro col grande bibliofilo italiano Mario Scognamiglio , direttore de «L’Esopo», dell’«Almanacco del Bibliofilo» e segretario dell’Aldus Club. Questo incontro è avvenuto nel gennaio del 2007 a Milano. Scrive Maurizio Nocera a proposito de  «L’Esopo»  che essa “ è la rivista trimestrale di bibliofilia da me letta sin dall’aprile 1979. Sul suo primo numero, Mario Scognamiglio la presenta così: «La rivista che vi presentiamo, il cui titolo si ispira chiaramente a l’ Aesopus, vita et fabulae, uno fra i più grandi capolavori della tipografia italiana, nasce per colmare una lacuna che gli amici dei libri, i giovani bibliofili in  particolare, avvertono da tempo: la mancanza di una pubblicazione a periodicità  regolare, varia nel contenuto, utile e leggibile, dedicata esclusivamente al vasto, affascinante mondo della bibliofilia./ Tenendo conto della particolare sensibilità dei bibliofili, ci siamo sforzati, coadiuvati da un prestigioso maestro dell’arte tipografica, di realizzare “L’Esopo” in una veste grafica sobria ed elegante. La carta, di fabbricazione speciale, presenta tutte le caratteristiche delle belle, antiche carte a mano. I caratteri tipografici sono stati scelti dopo lunga e accurata selezione. La stampa è nitida, ampi i margini, ricca e varia l’iconografia in nero e a colori./ Circa il contenuto, poiché la rivista intende rivolgersi non soltanto agli “addetti ai lavori”, ma a un pubblico più vasto, abbiamo ritenuto necessario accentuarne il carattere antologico, dando largo spazio anche alla parte informativa./ Non ci resta che affidare al giudizio dei lettori questo primo fascicolo de “L’Esopo”. Vorremmo concludere sollecitando tutti coloro che possono contribuire a migliorare la nostra iniziativa a collaborare alla rivista con proposte, suggerimenti e articoli» (cfr. «L’Esopo», n. 1, aprile 1979, p. 3). All’inizio, nel colophon del primo numero, è scritto che la rivista veniva stampata in «4300 esemplari, di cui 125, contrassegnati da numeri arabi, sono riservati ai primi sottoscrittori e 20 in numeri romani per i collaboratori. Il testo è stato impaginato, composto a cura di Luigi Maestri su carta velata avorio a bordi intonsi di speciale fabbricazione». A partire dal n. 57 e fino
al n. 64  «L’Esopo» viene stampato in 3000 esemplari. Dal n. 65/66, fino a tutt’oggi, il numero di copie stampato è di 2000. Nel 1995 la rivista cessò di essere pubblicata. […] Le pubblicazioni ripresero nel marzo-giugno 1996, col numero doppio 65/66, che da questo momento saranno sempre col numero doppio fino al dicembre 2006, contrassegnato dal n. 107/108. Il totale dei tomi della rivista pubblicati è di 86. Sul numero 65/66, il Direttore Scognamiglio scrive: «[…] Volevo soltanto  dire che, malgrado sussistano gran parte delle difficoltà che mi indussero, nel dicembre del 1994, a sospendere le pubblicazioni della rivista, sono felice e orgoglioso di riprendere a stampare “L’esopo”. È un atto di fede il mio, suffragato dalla simpatia di affezionati lettori e dalla solidarietà dei collaboratori./ Con l’aiuto di bibliofili, sfidando l’aridità dei tempi che attraversiamo, “L’Esopo” continuerà a svolgere la sua azione educatrice, promuovendo il culto del libro e incontri proficui al dialogo, alla comprensione, all’amicizia. All’indifferenza, all’egoismo cinico e distruttivo che caratterizzano la nostra epoca, opporremo idee costruttive […] Alla tracotanza che tenta di prevalere sull’intelligenza, al narcisismo impudico dei
giullari della falsa cultura, opporremo storie edificanti di filosofi e poeti, di letterati e stampatori insignii, che con le loro opere e le loro azioni contribuirono a diffondere fra gli uomini l’amore per la libertà e per gli altri valori fondamentali» (cfr. «L’esopo», n. 65/66, marzo-giugno 1996, p. 9).”  Si può comprendere dunque la grande ammirazione di Nocera per  Mario Scognamiglio, il direttore dell’Aldus Club ed anche editore con la sua Rovello. “ Scognamiglio “fabbrica” soprattutto cataloghi (versioni in-32° e in-8°) per la  libreria di cui è titolare, la Rovello, che sono dei veri e propri gioielli  tipografici, non solo per la carta usata per la stampa, ma soprattutto per la  messe di notizie bibliografiche con cui Scognamiglio arricchisce ogni voce del catalogo”. Ammirazione sconfinata, quella di Nocera, se si pensa che “Mario Scognamiglio  non solo coordina, dirige, legge i  manoscritti, corregge le bozze, imposta la rivista ( L’Esopo) che, è bene ricordare, è  composta interamente a mano e stampata tipograficamente, ma trova anche il  tempo per scrivere pregevoli pezzi di bibliofilia letteraria”.  E riporta una lunga lista di pezzi scritti da Scognamiglio principalmente sulla sua stessa rivista e poi  raccolti e pubblicati in un suggestivo volume,  edito dalla sua casa editrice, dal titolo “La Bibbia del Pope e altri scritti  di bibliofilia” (Milano 2005). Ancora scrive Nocera: “Nel 1990, consolidata l’esperienza de «L’esopo» rivista, consolidate le altre esperienza collaterali (Libreria Rovello ed omonime Edizioni) Mario  Scognamiglio dà il via ad un’altra iniziativa, prestigiosa, ancora nel solco  dell’amore per il libro, ancora all’attenzione del mondo dei bibliofili:  assieme ad altri fonda l’Aldus Club, del quale ne diviene subito il segretario. L’Aldus ha come sua voce pubblica l’«Almanacco del Bibliofilo», cioè la  Rassegna Annuale di Bibliofilia, con lui come direttore responsabile e con l’impaginazione, la composizione e la stampa presso l’Atelier del Libro di Luigi  Maestri.  Per un amante di libri antichi e moderni, che viva la sua vita in una regione bellissima ma lontana dai centri di divulgazione culturale incentrata su queste tematiche, le attività del bibliofilo Mario Scognamiglio diventano immagini  mitiche, modellizzazioni astratte che fanno fantasticare, affascinare”.  Davvero interessante leggere delle intraprese di Scognamiglio e dei pregevoli libri da lui pubblicati nel corso degli anni. E’ evidente che l’incontro con Nocera  abbia stimolato i ricordi del grande intellettuale milanese. “Gli autori dell’Aldus Club sono noti bibliofili e studiosi della storia del libro in Italia, fra i tanti cito: Paolo Albani,  Giulio Andreotti, Antonio Baldini, Annalisa Bruni, Erminio Caprotti, Salvatore Carrubba, Gianni Cervetti,  Matteo Collura, Gianandrea De Antonellis, Oliviero Diliberto, Gianfranco Dioguardi, Umberto Eco, Curzia Ferrari, Mauro Giancaspro, Giuseppe Marcenaro, Elio Palombi, Pietro Spirito, Armando Torno. Il Direttore, da circa vent’anni, è sempre lui, uno tra i più grandi bibliofili della modernità: Mario Scognamiglio”.

Con questo inedito, si conclude il libro di Maurizio Nocera, un libro che, sebbene destinato ad una fruizione abbastanza limitata, circoscritta agli addetti ai lavori e agli amanti delle rarità bibliografiche e librarie, rappresenta una fantastica esperienza multisensoriale.

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