Straniera non sei qui a Calimera

di Gianni Ferraris

C’è una donna che semina il grano

volta la carta si vede il villano

il villano che zappa la terra

volta la carta viene la guerra

per la guerra non c’è più soldati

a piedi scalzi son tutti scappati

Angiolina cammina cammina sulle sue scarpette blu

carabiniere l’ha innamorata volta la carta e lui non c’è più

carabiniere l’ha innamorata volta la carta e lui non c’è più.

Quando Martina mi ha detto il nome da cercare, la memoria se ne è andata da sola, impudica, autonoma, irriverente, ai versi di De Andrè.  Strani scherzi fanno i ricordi, strani i guizzi dell’età avanzata. Anche l’età è una variabile autonoma, irriverente ed impudica.

“Vieni domani? C’è l’inaugurazione della mia libreria”. Non è stato possibile per me arrivare fino a Calimera, stavo salendo nel gelo del nord. Gelo fisico e metafisico, di quelli che, quando sei a cena con amici che non vedi da mesi, chiedi come mai si ride così poco. “Siamo in Piemonte, c’è poco da ridere, c’è la crisi dei quattrini, e soprattutto quella delle speranze. Una volta almeno squarciavamo le nebbie con il volo e il sogno, oggi neppure quello”. Accidenti, ancora discorsi da vecchi rottami del secolo scorso. Però, a ben pensare, quel buon nuovo anno sibilato a labbra socchiuse pareva più una minaccia che un voto augurale. E poi, diciamolo, lassù non c’era neppure un mandorlo in fiore.

Così ho rimandato la visita alla nuova libreria di Martina. E ci sono arrivato passando da Cavallino, così, in omaggio a  Castromediano, perché siamo nel 150° dell’unità d’Italia. Poi Castrì di Lecce, paese che non conosco ancora. Per arrivare, infine e finalmente, nel paese che dice “Straniera non sei qui a Calimera”. Si respira un’aria da indigeno al solo pensarci. Per uno che è appena stato lassù dove il verde dei camiciotti ti guarda con un sorriso sprezzante poi, l’impatto è ancora più salvifico, promettente, gratificante, rassicurante.

Via Atene, a Calimera, è lunga e dritta. Ed ha una caratteristica tipicamente salentina. Di quelle che quando le vedi sai esattamente dove ti trovi. E’ a senso unico! Niente di strano?   Il fatto è che a metà via devi svoltare perché diventa senso unico in direzione opposta. Così, giusto per confondere le idee al passante che passa, al viaggiatore che viaggia, allo straniero che sa di non essere straniero lì a Calimera. Quindi parcheggi con tranquillità, salvo poi scoprire che sei stato tutta la sera in divieto di sosta, ma questa è distrazione e per fortuna il vigile era già passato ed aveva multato le auto davanti a te. Poi “forse era stanco, forse troppo occupato” (sempre De Andrè) e non è ripassato.

Di fianco all’ufficio postale l’insegna: “Volta la carta”. Entrando ti trovi in un’ enorme libreria, con volte a stella, come Salento impone, bella, tutta in ordine. Due grandi tavoli – espositori in centro, scaffali con le uscite ultime. E la musica in sottofondo, le vetrinette con oggetti raffinati di cartoleria, nulla di banale, tutto curato nel dettaglio, l’odore dei libri che ti prende, si insinua, diventa padrone del luogo. Ti fa sentire a casa. C’è Salento, c’è il reparto bimbi e ragazzi. E poi essere accolto dall’ultimo Camilleri, quello che leggo con soddisfazione sempre, che mi aiuta a rilassarmi, a pensare. Quello che mi piace anche rileggere perché è leggero e scritto bene. Mica poco. E il tavolo con gli editori locali che svettano, spiccano, chiamano.

Da antico bottegaio posso dire che ci vuole coraggio a infilarsi in un’avventura come quella di aprire un negozio di questi tempi. Però non ho mai considerato la libreria “un negozio” e basta. C’è di più, ci sta cultura, ci sta informazione. È il luogo di cui ci si sente parte. Non a caso quando sono ad Alessandria, finisco il pomeriggio dal Gepi, il mio libraio da qualche decennio. Mica per comprare come in una salumeria, macchè, perché lì dentro ci passa l’amico, poi il professore in pensione che ha settemila cosa da raccontare, poi quello che critica il governo, poi l’altro che ti dice come si cucina la bagna cauda, salvo  prendersela, subito dopo,  con il sindaco perché ha rifatto Corso Roma  in modo indecente. E quell’altro, reduce da tre matrimoni falliti, alle prese con il quarto. Certa gente non impara proprio mai. O forse spera sempre, chissà.  No, non è proprio una “bottega”, è un luogo, in molti casi è IL luogo.

Vabbè, queste parole non sono bieca pubblicità, piuttosto un augurio a Martina. Noi proseguiamo, da vecchi che vivono di ricordi, a cercare ricordi nelle parole scritte su un libro, a voltare la carta.

Volta la Carta – Via Atene, 39 – Calimera (di fianco all’ufficio postale)

libreriavoltalacarta@gmail.com

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