Le macchine del tempo. Orologi e meridiane in Puglia

TEMPO E OROLOGI: MERIDIANE E MACCHINE DEL TEMPO A GRAVINA E CITTA’ DI PUGLIA E BASILICATA

 

di Giuseppe Massari

Fedele Raguso e Marisa D’Agostino, un tandem consolidato sul piano storico e culturale per la città di Gravina. Due storici e due ricercatori di storie patrie, e di tutto il vasto tessuto murgiano, da cui sono emersi, grazie ai loro precedenti studi, personaggi quali Canio Musacchio e Arcangelo Scacchi. Sindacalista e collaboratore di Di Vittorio il primo, mineralologo, il secondo. Un territorio nel quale ha approdato l’Arcangelo Michele, fino ad inabissarsi nei meandri scoscesi e rupestri, dove solo lo Spirito è capace di poggiarsi e fermarsi, per condividere la storia comune di popoli diventati protagonisti grazie alla penna di questi due instancabili studiosi. Dopo tanto peregrinare sono giunti alla loro decima fatica editoriale con la quale hanno voluto fermare il loro tempo per parlare, far parlare gli artefici del tempo: gli orologi, le meridiane. Un lavoro dedicato alla loro città di origine, alla città verso la quale continuano a svolgere il prezioso lavoro di conoscenza, di approfondimento. Gli orologi più importanti della città. Non solo come monumenti, non solo arredo e corredo di una città che ne annovera tre fra i più significativi, anche da un punto di vista storico ed architettonico, ma di oggetti, compagni di viaggio, di speranza, di attesa, di lavoro, di riposo, di inquietudine, di solitudine.

Con le loro storie, hanno segnato la vita dei gravinesi. Di ogni ceto sociale, perché il tempo è l’unico a non fare discriminazioni. Passa per tutti. Tutti sono segnati dalle fatiche del tempo. Dai ristori che ognuno riesce a ritagliarsi.

Queste tre testimonianze, situate in luoghi diversi della città, hanno avuto il privilegio di seguire le sorti di coloro che, forse affidavano le loro ansie, le loro preoccupazioni, il buon o il cattivo andamento degli affari.

l’orologio della villa

Uno era situato nei pressi della villa comunale, dove, di solito , gli operai, i contadini  e la manovalanza, in genere,venivano ingaggiati dai proprietari terrieri per i lavori stagionali, per il lavoro della terra. Non a caso, nel gergo comune, viene definito e chiamato o individuato come l’orologio della villa.

l’orologio con Vittorio Emanuele III e Garibaldi

L’altro era situato nei pressi della piazza dove era costume chiudere affari.

Il terzo, non a caso, situato sulla facciata principale del Palazzo di città. (fig. 3), riconosciuto, non a torto, la casa di ogni cittadino.

l’orologio del Palazzo di città

Tre realtà toccate dall’unico oggetto, quello secondo il quale non è solo misura di tempo o del tempo, ma apprezzamento per quello che riesce a fare e a produrre  o confermare che esso solo è capace di essere apprezzato e soppesato, soprattutto da chi se lo fa pagare. Se tutti hanno subito rimaneggiamenti, restauri non solo statici ma anche tecnici.

Se tutti sono stati contrassegnati da momenti di abbandono, ma non sempre, però sono stati completamente messi in disuso dall’immaginario collettivo, soprattutto, ogniqualvolta si doveva fare riferimento ad un tipico e particolare episodio, sia pure di carattere aneddotico.

Di questi tre preziosi strumenti di vitalità, è bene soffermare l’attenzione su quello di particolare pregio e fantasia. Ci riferiamo a quello sul cui quadrante è raffigurata la scena dell’incontro tra Vittorio Emanuele III e Garibaldi, il famoso incontro di Teano, tanto per intenderci, e, oggi, di ricorrente attualità ,viste le celebrazioni già in atto per il 150 anniversario dell’Unità d’Italia.  La particolarità di questo monumento era tale che il meccanismo interno era sincronizzato con il movimento degli occhi e delle labbra dei due personaggi raffigurati. Quando l’orologio era nel pieno delle sue funzioni, mentre segnava e scandiva le ore con i suoi sottotempi, si aveva, dal movimento espressivo dei loro organi visivi e labiali, l’impressione che i due si guardassero e si parlassero.

Uno spettacolo unico nel suo genere, ma utile e valido ancora oggi se si vuole consentire che quel sentimento di amor patrio può essere riscoperto e rinvigorito , soprattutto con i festeggiamenti unitari. Anche questo è il tempo.

Anche la storia ha fatto il suo tempo, ma può ancora continuare a farlo se si entra nella logica che il tempo non è solo quello che passa, o che viene misurato dal grado di impegno, ma, è, soprattutto quello che ci è stato tramandato e non muore mai.

L’orologio civico di Nardò è stato trattato in

http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2010/08/24/il-guardiano-delle-ore/

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2 Commenti a Le macchine del tempo. Orologi e meridiane in Puglia

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