Un 3 novembre da dimenticare nel Salento, ma che fa riflettere!

La sfida del Sud Est: come proteggere il Salento leccese dalle alluvioni?

di Antonio Bruno

E’ pesante il bilancio dei danni provocati dal maltempo che il 3 novembre 2010 ore si abbattuto sul Salento leccese. Tanti gli allagamenti e i conseguenti disagi. In questa nota una proposta per uscire dall’emergenza alluvioni.

Un 3 novembre 2010 pieno d’acqua nel Nord del Salento leccese. La pioggia che ha martoriato il territorio ha causato allagamenti crolli e smottamenti. La città sommersa dall’acqua è stata Leveranno mentre si è temuto per la tenuta del ponte sul quale passa la ferrovia nel tratto tra Trepuzzi e Squinzano.
Ma i disagi dovuti agli allagamenti alla fogna in tilt e agli smottamenti ci sono stati in tutto il Salento leccese da Copertino a Campi e a Trepuzzi, da Novoli a Squinzano, da Salice a Veglie, da Nardò a Carmiano.
A Novoli il crollo di un abitazione e momenti di terrore si sono materializzati  a Lecce, al solito sottopasso  di Viale Leopardi, intorno alla mezzanotte, quando tre giovani a causa delle forti precipitazioni piovane, sono rimasti intrappolati. L’auto è rimasta quasi completamente sommersa.

Nonostante il capo del Dipartimento della Protezione Civile sostenga che la risposta dello Stato è stata pronta e immediata ogni volta che piove il territorio della Nazione e del Salento leccese risponde in maniera pronta e immediata con frane, allagamenti e danni ingentissimi per la popolazione.

Manca una diagnosi urbana e territoriale nonostante ci siano gli esperti! Io sono uno di questi Esperti internazionali in diagnostica urbana e territoriale e non sono mai stato chiamato dopo un evento di questo tipo per affrontare e risolvere la situazione complessa del suolo italiano!

Eppure tutti conoscono il problema del dissesto idrogeologico e basta dare una lettura al rapporto scientifico del Consiglio Nazionale dei Geologi per essere messi al corrente che 6 milioni di italiani, ovvero più del 10% della popolazione nazionale, vivono in zone che rischiano di allagarsi al minimo acquazzone!

Ma è sempre il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che afferma che i danni e le perdite di vite umane si possono evitare facendo le opere di prevenzione sul territorio, ecco perchè è giunta l’ora di intervenire per mettere in sicurezza tutte le zone a rischio del Paese facendo le opere necessarie ad eliminare i rischi idrogeologici.

Per il Salento leccese si tratta di fare le manutenzioni ordinarie e straordinarie alla rete idrografica, cioè quella dei nostri canali, ma anche di mantenere i boschi di ulivi che se fossero distrutti per la crisi di mercato dell’olio metterebbero a dura prova la sicurezza idrogeologica del territorio del Salento leccese.

Non serve a niente il pronto soccorso di Bertolaso se non si eliminano prima le situazioni di rischio, e soprattutto servono i soldi da utilizzare per realizzare opere e manutenzioni del territorio. Ma io ricordo a me stesso che Bertolaso è sottosegretario di Stato e quindi fa parte del Governo del nostro Paese ed è per questo che gli scrivo: Caro Sottosegretario di Stato Bertolaso  è giunto il tempo di destinare le risorse ai Consorzi di Bonifica del Salento leccese per mettere in sicurezza il nostro territorio ed evitare gli allagamenti che si verificano puntualmente ad ogni temporale. Le dichiarazioni del Sottosegretario di Stato Bertolaso lo candidano promotore di iniziative che determinino la destinazione di risorse ai Consorzi di bonifica del Salento leccese che hanno predisposto interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrografica fossile per mettere in sicurezza il territorio ed evitare i danni di questi giorni.

La Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) del Veneto ha già protestato perché non si fa nulla per sbloccare la legge sui Consorzi di Bonifica e per dotare gli stessi di 272 milioni di Euro necessari per mettere in sicurezza idraulica il territorio del Nord Est. Il Salento leccese è nelle stesse condizioni del Veneto, solo che è a Sud Est e c’è la necessità e l’urgenza di provvedere a dotare i Consorzi di Bonifica delle risorse necessarie per mettere in sicurezza anche questo territorio.

Voglio citare, per finire, un passo del libro di Dominique Bourg filosofo e studioso di sviluppo sostenibile e docente a Losanna in Svizzera e Kerry H. Whiteside docente di politiche ambientali in Pennsylvania USA : “La sfida ecologica è inscindibile dalla sfida politica, e non la vinceremo se non modifichiamo la profondità delle nostre intuizioni. Per proteggere la Biosfera abbiamo dunque bisogno di ripensare alla stessa democrazia”.

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Un commento a Un 3 novembre da dimenticare nel Salento, ma che fa riflettere!

  1. carissimo Antonio,
    come di consueto le tue sagge previsioni si sono purtroppo regolarmente avverate…
    Ancora una volta la terra salentina è allagata in gran parte, grazie alla superficialità e alle carenze di chi dovrebbe sentire in maniera adeguata le sue responsabilità di gestione (o, se preferisci, di governo).
    Ancora una volta si è dimostrato che il buonsenso è appannaggio di pochi e che è più facile disattendere alle leggi che farne di nuove (destinate ad essere poi disattese!?) per l’utilità dello Stato, che poi siamo tutti noi…
    Le dolorose immagini degli allagamenti del 3 novembre parlano da sole: saranno in grado, supportate dalla tua accorata voce di esperto, di operare il “miracolo” di aprire le menti?
    Un caloroso invito, a te e a tutte le persone fornite di buonsenso, ad insistere e a non demordere… il futuro della nostra terra e dei suoi figli, e nipoti, se si permetterà loro di arrivare… in tempo, è oggi nelle nostre mani; ma la sensazione che tu forse oggi hai, e palesi, di essere una “vox clamans in deserto” e che nessuno di quelli che hanno il minimo potere di intervenire, ti dà ascolto, credo sia del tutto attuale e deprimente.
    Non dovremo mai demordere, se vogliamo salvare la nostra terra…
    Grazie per il tuo impegno da parte di un concittadino, emigrato, ma non per questo sordo alla richiesta di aiuto della terra salentina e dei suoi figli!
    Un caro, sentito “Forza Antonio!”

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