Libri/ Maurizio Nocera e Pablo Neruda

“NERUDA CENTO ANNI”  DI MAURIZIO NOCERA
 

Con questo libro, dal titolo Neruda Cento anni, che è il Quaderno n. 11 della gallipolina collana “I poeti de L’uomo e il mare”, Maurizio Nocera   manifesta in maniera poetica e dirompente (alla sua maniera, insomma, chè lo conosciamo uomo dalle forti emozioni) il suo amore per il grande poeta cileno Pablo Neruda. Neruda Cento anni è un  libro dalla colorata copertina double face, opera del pittore Antonio Massari (uno dei nomi più ricorrenti nella produzione noceriana), che ritrae un Neruda giovane accanto ad un Neruda più attempato da una parte e, come un gioco di specchi,  lo stesso poeta da giovane e da vecchio sul retro di copertina, che reca il titolo del libro tradotto in castigliano ( Neruda 100 anos).

Il volume si presenta abbastanza vario dal punto di vista contenutistico  e raccoglie molta parte delle esperienze umane e letterarie maturate dal suo autore negli ultimi anni. Con quest’opera, non siamo i primi a dirlo, Nocera ci consegna la sua prova letteraria più importante e matura (insieme a  Compianto) sicchè, a ragione, si può ritenere questo libro, dalla genesi così particolare, come il suo opus magnum.

Come spiega lo stesso Nocera nella “Avvertenza”, il poemetto è stato abbozzato a Valparaiso, in Cile, dove l’autore si era recato nel luglio 2004 in occasione dei festeggiamenti per il Centenario della nascita di Pablo Neruda. In quell’occasione, venne presentato il libro di Sergio Vuskovic Rojo,  Neruda/ L’invenzione di Valparaiso, già pubblicato in Italia nel 2001 col titolo Neruda/ … sono un poeta di pubblica utilità” (Bleve Editore), a cura dello stesso Nocera. Maurizio Nocera, autore poliedrico e valente operatore culturale, fra i più attivi del nostro Salento letterario, ha pubblicato una mole di materiali eterogenei nelle forme più disparate, sicchè sarebbe davvero arduo ricostruire la sua bibliografia con completezza. Fra riviste, giornali, volumi, miscellanee, cataloghi, fogli sparsi, contributi on line, opere collettive, Presentazioni, volumi a sua cura, Prefazioni, Postfazioni, Nocera si è sempre speso completamente , dando alle stampe, a volte, anche opere incomplete o bozze di opere,  per l’urgenza del momento. Possiamo comunque ricordare, fra le sue opere più conosciute, Antonio Antonio, Fabbricante d’armonia (1998), Compianto (2001), Totò Franz, altrimenti detto Totò Toma (2002), Quotidiano dei poeti. Collezione completa (2002), Il fanalista d’Otranto (2003), Antonio Antonio o dell’Amicizia (2003), Figli  vostro padre uccidete! (2004), Crepuscolo nel mare di Gallipoli (2004), Pensionante de’Saraceni Collezione completa (2004), Il morso del ragno.Alle origini del tarantismo (2005), Compagno, sai dirmi dov’è l’officina riparazione sonetti? (2005).

Nel libro che qui si presenta,  a mo’ di “minima nerudiana”,  Maurizio Nocera pubblica: un testo del poeta greco Nicos Bletas Ducaris, “Nudo pensiero” ( tratto da Canto particolare del Cile, una sua opera del 1977), dedicato a Pablo Neruda; poi, una lettera del prof. Mario Marti in cui il grande italianista dà dei preziosi consigli al Nocera in fase di elaborazione del suo poema per una migliore riuscita dello stesso; quindi, una lettera al Nocera dei coniugi Elisa Castro e Oscar Quiroz Mejia, Rettore dell’Università di Playa Ancha e Valparaiso, che una fotografia in bianco e nero ritrae, nella loro casa cilena, insieme a Nocera, Elena Villanueva e Sergio Vuskovic Rojo. Viene pubblicato il testo poetico “Canto per Pablo Neruda” di Massimo Troisi, tratto dal suo film capolavoro Il postino, un film che Nocera evidentemente deve amare molto per averne riportato un brano nel suo libro. A questo punto, si trova il corpus poetico vero e proprio del libro, che ha per titolo “Neruda 100 anni” e per sottotitolo “Addio mondo, ti bacio e mi accomiato” che è un verso di Pablo Neruda tratto dalla sua opera Fin de mundo, del 1969. Questo poemetto, dedicato “a Valparaiso città del Cile porto mondiale della poesia”, è un grande atto d’amore di Nocera nei confronti di Don Pablo.  Nel poema canto d’amore entrano tutti i topoi dell’universo poetico nerudiano, trasfigurati dall’autore con la forza della  sua passione. Colpiscono, in questa lunga lirica,  la potenza delle immagini e la forza evocativa dei suoi versi, nei quali è condensato tutto il senso di un amore forte ed universale che travalica le barriere del tempo, dello spazio, della lingua, delle ideologie e delle appartenenze politiche, per consegnarci il ritratto di un grande intellettuale ispirato e raffinato, un luminare della poesia mondiale di tutti i tempi e un grande uomo, quale era l’autore di Canto Generale. Nel brano poetico, Nocera cita tutte le opere più importanti del poeta cileno, da Crepuscolario a Memorial de Isla Nigra, dalle Odi alla sua magnifica autobiografia Confesso che ho vissuto, da Canto General a Estravagario, a Geografia infruttuosa, ecc. E poi, il grande poeta,  definito “Marinero en tierra” da una espressione che lui stesso aveva coniato nella poesia Il padre,  viene ripreso anche nei suoi luoghi cari, a partire dalle case della Isla Negra, la prima casa di Neruda ed oggi Museo Nazionale, a Valparaiso, la Chascona, nei pressi del fiume Mapocho, anch’essa Museo Nazionale, e la Sebastiana, terza ed ultima casa di Neruda. E poi, le vicende biografiche di Don Pablo, al secolo Neftalì Ricardo Reyes Basalto, la cui vita si intreccia strettamente con la sua opera, e tutte e due sono entrate ormai nella leggenda, punto di riferimento per le schiere di adoranti suoi ammiratori sparsi per il mondo.

Il poema di Nocera si dipana fra il ricordo delle opere nerudiane, come Cancion de gesta, La Barcarola, Anillos, ecc.,  e l’esperienza personale vissuta da Nocera in quel del Cile,  sulle tracce del tanto caro poeta. Il testo è tradotto anche in castigliano da Sergio Vuskovic, stretto al Nocera da un vincolo di salda e sincera amicizia, nel segno del poeta di Valparaiso. Al poemetto, segue un testo, “Sono un poeta di pubblica utilità”, tratto da un Discorso tenuto da Pablo Neruda nel Municipio di Valparaiso nel 1970, quando era Sindaco della città proprio Sergio Vuskovis Rojo, che gli conferì la Medaglia d’Oro e la cittadinanza onoraria e che proprio a questo discorso si è ispirato per il titolo della versione italiana del suo libro Neruda/ La invencion de Valparaiso del 2004, vale a dire Neruda/ … sono un poeta di pubblica utilità.  Segue  “La costruzione della città”, un altro testo tratto dal discorso di Neruda,  e quindi i brani:  “L’amico, il malacologo”,  “L’ebbrezza cosmica” e “L’invenzione di Valparaiso” ,  tratti dal già citato libro di Sergio Vuskovic. Ancora, un testo di Luis Alberto Mansilla, amico personale e biografo di Pablo Neruda, tenuto in occasione della presentazione nel 2004 del libro di Sergio Vuskovic Rojo, nella Sala della Rappresentanza della Dogana di Valparaiso, presentazione alla quale era presente lo stesso Nocera, autore della Prefazione di quel libro, e Ada Donno, giornalista e moglie del Nocera, autrice del testo “Il Cile nei Cento anni di Pablo Neruda”, pubblicato sulla rivista gallipolina  Anxa News (settembre 2004), e qui riportato. Bellissime foto in bianco e nero corredano il libro e ritraggono Neruda con Salvatore Allende, Sergio Vuskovic Rojo e tutti i suoi compagni di avventura, di quella formidabile parabola umana ed artistica, che ora rivive nei luoghi cari cileni ed anche italiani (non dimentichiamo la breve e forzata, perché costretta dall’esilio, ma intensa, parentesi italiana nella vita di Neruda).   “Un poeta ed un filosofo di pubblica utilità” è il contributo di Giovanni Invitto, tratto dalla Presentazione del libro Neruda/… sono un poeta di pubblica utilità, tenuta a Martignano nel 2004.

Un saggio di Antonio Motta “Cher ami…Lettere di Pablo Neruda a Alberto e Bianca Tallone”, testimonia il sodalizio fra Neruda e gli editori di Alpignano(Torino) e così anche lo scritto di Maurizio Nocera, “Il nerudiano 2000 dell’editore Tallone”, il tutto intervallato da foto di varia datazione di Neruda con i Tallone nella loro casa di Alpignano, con la loro numerosa famiglia e la mitica locomotiva che stazionava nel loro giardino. Le lettere inedite di Pablo Neruda a Bianca e Alberto Tallone (pubblicate per la prima volta da Antonio Motta su Il Giannone numero 2, luglio-dicembre 2003, nella loro lingua originale) costituiscono il valore aggiunto di quest’opera noceriana,  già pregevolissima. Molto bello anche il disegno inedito di Renato Guttuso che ritrae Neruda sul letto di morte (tratto dalla rivista Gramsci luglio 2004). Che altro dire, se non che la forza della passione e lo stato di grazia di un autore nella composizione dell’opera si avvertono fortemente e danno ad un libro quell’appeal e quel fascino che ce lo fanno leggere e poi rileggere e quindi collocare nella nostra biblioteca ideale.

(pubblicato su Città Magazine 27 luglio-2 agosto 2007)

 

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