L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme in Puglia

Dalla Terra Santa alla Puglia.

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

di Massimo Perrone

Nella sua storia millenaria l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è tra i più antichi e gloriosi ordini cavallereschi nel mondo[1]. Esso si sviluppa nel corso di quattro periodi ben delineati: il periodo delle Crociate e del Regno Latino di Gerusalemme (1099-1291); il periodo della Cavalleria suprema (1335-1499); il periodo dell’Ordine organizzato (1500-1847); il periodo moderno (1847 ai giorni nostri).

L’Ordine trae le sue origini storiche nel sodalizio cristiano avente finalità religiose e di difesa della Terra Santa che fu costituito presso la basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme nel 1099, subito dopo la conquista della città da parte dei crociati.

Goffredo di Buglione, capo della milizia della prima crociata, affidò ad alcuni cavalieri la custodia armata del Santo Sepolcro. Questi cavalieri, per distinguersi dagli altri crociati assunsero lo stemma di Goffredo di Buglione quale loro emblema costituito dalle cinque croci purpuree in campo d’argento.

Dopo la riconquista di Gerusalemme da parte del sultano Saladino e poi definitivamente dopo la disfatta di San Giovanni d’Acri nel 1291 venne meno l’unitarietà dell’Ordine. I cavalieri superstiti rientrarono nei loro priorati in Europa sotto la protezione di sovrani, principi, vescovi e pontefici, mantenendo vivi i loro ideali della cavalleria crociata quali la propagazione della fede e della carità verso il prossimo.

Stendardo dell’O.E.S.S.G., Roma – Palazzo Della Rovere

Raramente i cavalieri del Santo Sepolcro parteciparono successivamente ad eventi militari. Nel XIV secolo la Santa Sede ottenne dal Sultano d’Egitto, dietro pagamento di un altissimo riscatto, che la custodia dei santuari della fede cristiana fosse affidata ai frati minori di san Francesco. Durante tutto il periodo di soppressione del Patriarcato Latino, la facoltà di creare nuovi cavalieri rimase nella prerogativa del Custode di Terra Santa.

I cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro giunsero sulla costa italiana ed eressero in Puglia diverse chiese a somiglianza del Santo Sepolcro: a Barletta, a Brindisi e a Venosa. A Barletta il Patriarca di Gerusalemme Aginulfo si rifugiò e vi lascio il reliquiario della S. Croce, tuttora custodito nella basilica del Santo Sepolcro. La diocesi da allora si fregia anche del titolo di Nazareth .

Molti pontefici riconobbero e protessero l’Ordine: Innocenzo IV (1243-1254), Alessandro VI (1492-1503), Giulio II (1503-1513), Leone X (1513-1521), e particolarmente Benedetto XIV (1740-1758), che nel 1746 promulgò lo Statuto con la bolla In supremo militantis. In tale documento pontificio il papa confermò il privilegio del Custode di Terra Santa di creare nuovi cavalieri e ricordò le condizioni per l’ammissione.

Nel 1847 Pio IX ristabilì il Patriarcato Latino a Gerusalemme conferendo un assetto moderno all’Ordine con la promulgazione di un nuovo Statuto. L’Ordine venne posto direttamente sotto la protezione della Santa Sede e la reggenza affidata al Patriarca che, peraltro era tenuto al mantenimento morale ed economico del Patriarcato.

 

 

CAVALIERE DELL’ O.E.S.S.G. IN ABITO DEL SEC. XVII. Da: F. Bonanni “Catalogo degli Ordini Equestri e Militari”, Roma, A. De Rossi, 1741

Nel 1888 Leone XIII istituì la classe delle Dame accanto a quella dei Cavalieri.

 

Nel 1907 San Pio X, a dimostrazione dell’alta considerazione verso l’Ordine, assunse personalmente la carica di Gran Maestro.

Nel 1925 Pio XI nominò il beato Bartolo Longo [nato a Latiano (BR) nel 1841 e morto a Pompei nel 1926] Cavaliere di Gran Croce in riconoscimento della sua straordinaria opera del santuario di Pompei;  nel 1928 unì ad esso la Preservazione della Fede in Palestina  ed affiancò ai tre gradi di cavaliere, commendatore e cavaliere di gran Croce quello di commendatore con placca (grand’ufficiale).

Nel 1949 Pio XII stabilì che il Gran Maestro dell’Ordine fosse un cardinale di Santa Romana Chiesa e nominò quale primo patrono il card. Nicola Canali.

Nel 1962 il beato Giovanni XXIII approvò l’aggiornamento dello statuto e nel 1977  Paolo VI diede un ulteriore impulso inserendo ulteriori disposizioni.

Nel 1994 Giovanni Paolo II confermò la B.V. Maria Regina della Palestina e Patrona dell’Ordine.

L’Ordine è persona giuridica di diritto canonico nonché persona giuridica vaticana come da rescritto di Giovanni Paolo II del 1996. È sotto la protezione della Santa Sede;  ha la sua sede legale nello Stato della Città del Vaticano e il centro della sua attività spirituale nel convento situato presso la chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo in Roma.

L’Ordine, come recita lo Statuto[2], ha per scopo:

– di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, in assoluta fedeltà al Sommo Pontefice e secondo gli insegnamenti della Chiesa, osservando come base i principi della carità dei quali l’Ordine è un mezzo fondamentale per gli aiuti in Terra Santa;

– di sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni culturali, caritative, culturali e sociali della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del e nel Patriarcato Latino di Gerusalemme, con il quale l’Ordine mantiene legami tradizionali;

– di zelare la conservazione e la propagazione della fede in quelle terre, interessandovi i cattolici sparsi in tutto il mondo, uniti nella carità dal simbolo dell’Ordine, nonché tutti i fratelli cristiani;

– di sostenere i diritti della Chiesa Cattolica in Terra Santa.

 

San Pio X e l’O.E.S.S.G. – Arazzo dipinto di M. Albertella

Ha una struttura prettamente gerarchica, al vertice della quale si pone il cardinale Gran Maestro che, nominato direttamente dal Papa, lo regge e lo governa, assistito dal Gran Magistero a composizione internazionale.

Oggi la guida e il coordinamento delle attività dell’Ordine sono affidati al Gran Maestro, il card. John Patrick Foley.

Il Patriarca Latino di Gerusalemme mons. Fouad Twal è il Gran Priore; egli è, dopo il Cardinale Gran Maestro, il più alto Dignitario dell’Ordine.

Attualmente i 23.000 cavalieri e dame presenti nel mondo, organizzati in 52 Luogotenenze in Europa, America, Asia ed Australia, (a cui appartengono le Sezioni e le Delegazioni) provvedono ad inviare, con offerte personali, ingenti somme al Patriarcato Latino di Gerusalemme per la realizzazione degli interventi programmati (ospedali, chiese, asili, e scuole di ogni ordine e grado, compresa l’Università di Betlemme).

La Sezione Salento di Lecce[3], a cui appartengono Cavalieri e Dame delle diocesi di Lecce, Nardò – Gallipoli, Otranto, Ugento – S. Maria di Leuca, fa capo alla Luogotenenza dell’Italia Meridionale che ha sede a Napoli.

La Sezione Salento, presieduta dal Cav. Gran Croce Prof. Romano Santamaria è costituita da n. 62 cavalieri, n. 11 dame e n. 8 ecclesiastici, nei vari gradi. Gran Priore di Sezione è l’arcivescovo metropolita di Lecce mons. Domenico D’Ambrosio.

Ritratto di Mons. Rocco Cocchia, Chieti, Cattedrale di San Giustino

La storia dell’Ordine nel territorio salentino ricorda un cavaliere illustre, mons. Rocco Cocchia, frate cappuccino, arcivescovo di Otranto dal 1883 al 1887, che fu nominato nel 1886 Cavaliere di Gran Croce. Una grandissima notorietà gli venne dalla scoperta casuale dei resti mortali di Cristoforo Colombo, avvenuta a Santo Domingo nel 1877, quando ricopriva l’incarico di Nunzio Apostolico. Le ceneri di Colombo furono rinvenute in una cassetta di piombo durante i lavori di rifacimento della pavimentazione della Cattedrale di Santo Domingo, ma furono oggetto di contestazione perchè tradizionalmente credute a Siviglia.

Nel bell’articolo di Alessandro Laporta[4], una curiosità riguarda il libro per ragazzi di Jules Verne La scoperta del nuovo mondo; infatti nell’edizione di Serafino Muggiani, pubblicata nel 1878, anno successivo al rinvenimento, fu aggiunta un’appendice Sulla scoperta recente delle ceneri di Colombo, che costituisce una vera rarità bibliografica.


[1] Per indicazioni storiche relative all’Ordine, si rimanda a E. Gaddi, Cenno storico del sacro militare ordine del santo sepolcro di Gerusalemme, Napoli 1860; K. Elm – C.D. Fonseca (a cura di), Militia Sancti Sepulcri. Idee e Istituzioni, Atti del Colloquio internazionale, Città del Vaticano 1998; J.P. De Gennes, Les Chevaliers du Saint-Sepulcre de Jerusalem, I, Mémoire & Documents, Versailles 2004. 

[2] Cf Statuto dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Città del Vaticano 1996. Per le legislazioni precedenti, si vedano Statuto dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Città del Vaticano 1950; Statuto dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Milano 1963. 

[3] Per ulteriori notizie, cf Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Luogotenenza per l’Italia Meridionale Sezione Salento, Annuario, Lecce 2002; Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Luogotenenza per l’Italia Meridionale Adriatica, Annuario, Bari 2006.

[4] A. Laporta, Due vescovi per Cristoforo Colombo, in «Sallentina Tellus», 4 (2008), 77 ss.

pubblicato su Spicilegia Sallentina n°6

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Un commento a L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme in Puglia

  1. Qualsiasi persona di fede o comunque di grande sensibilità caritativa dovrebbe fare un inchino profondo al cospetto di un Ordine Equestre così glorioso!
    Sono sicuro che i sostenitori della Terra Santa saranno al mio fianco in questo minuscolo riconoscimento.
    Un grazie di cuore all’autore.
    Nino Pensabene

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