Muretti a secco, ecco le indicazioni tecniche per gli interventi di ripristino

Con la deliberazione n° 1554/2010 la Giunta regionale pugliese ha approvato le indicazioni tecniche per gli interventi di ripristino dei muretti a secco nelle aree naturali protette e nei Siti Natura 2000 in relazione al bando per i contributi previsti dall’azione 1, misura 216 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013.

La delibera è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 120 del 14-07-2010, il cui link è riportato in calce a questa nota.

Tra le motivazioni, che stralciamo dalla delibera in oggetto, ci piace riportare le seguenti:

CONSIDERATA l’importanza dei muretti a secco dal punto di vista della conservazione della natura e la loro importanza sotto l’aspetto idrogeologico, nel mantenimento delle connessioni biotiche
e nell’aumento della biodiversità;

CONSIDERATO che tali interventi sono assimilabili a quelli necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito;

CONSIDERATO che l’art. 5, lett. c del bando pubblicato sul BURP n. 71 del 4-05-2009 prevede che il beneficiario del finanziamento dell’intervento
si impegna a “rispettare l’originale tipologia costruttiva del muretto a secco senza apportare elementi estranei come reti, malta cementizia, ecc.”.

http://www.regione.puglia.it/web/files/agricoltura/indicazionimuretti1554_2010.pdf

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3 Commenti a Muretti a secco, ecco le indicazioni tecniche per gli interventi di ripristino

  1. I muri a secco sono figli del loro tempo. Frutto di decenni di lavorazione dei terreni, dello spietramento, dello spicconamento della roccia, dell’accumulo e conservazione del materiale prima dell’inizio dell’opera. Sono figli della cultura contadina, dei lunghi giorni passati nei campi a curare dall’alba al tramonto la terra. Zappare, diserbare, piantare, curare e infine rinzeppare il muro di confine o di protezione. Ogni giorno un gesto di cura per il muro che non avendo leganti resta un gioco di equilibri ed attriti molto incerti. Fare i muri a secco oggi è un terno al lotto. A cominciare dalla scelta del pietrame che spesso non è nemmeno del luogo e nemmeno del formato adatto. Una struttura a secco, come decisa da questa normativa, senza la cura giornaliera della vecchia tradizione contadina, è destinata al dissesto entro pochi anni. Forse un po di malta nel nucleo interno abrebbero dovuto consentirla. Il muro a secco non è più cosa dei nostri tempi.

  2. io non so quante persone in Puglia e nel Salento capiscono l’importanza dei muretti a secco. Perchè a guardare in giro vi è uno sconcio continuo con la sostituzione e costruzione di muri con blocchi di cemento.
    E’ una cosa vergognosa, ignobile, e nessuno si preoccupa, sia Sindaci, Assessori, Presidenti di Provincia e Presidenti di regione, di qualsiasi colore politico.
    Non ho mai letto un articolo su alcun quotidiano o giornale locale su questi scempi continui.
    Stiamo distruggendo il paesaggio con questi manufatti.
    A volte mi domando se sono solo io il matto, e se vale la pena combattere contro questi scempi.

    • sono pietre che parlano, come giustamente ha fatto notare anche l’amico Angelo Micello in altro post. Dobbiamo essere noi a proteggerle e valorizzarle, contribuendo magistralmente a connotare il nostro habitat che, ahimè, siamo proprio noi salentini che stiamo disconoscendo per ignoranza, scarso amor proprio, poca sensibilità. Non scordo mai, in un viaggio in Irlanda, che ci fecero percorrere oltre 100 Km in pullman per “contemplare” una distesa di sassi nell’entroterra, a loro dire emblematico paesaggio rurale incontaminato. Benvengano le leggi regionali, ma soprattutto si punti a sensibilizzare la popolazione residente che anche il rimuovere un sasso da quella sapiente collocazione potrebbe essere reato, ben più grave del gettare a terra l’incarto di una caramella, per il quale invece è prevista la multa.

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