La fabbrica del vino del Salento

di Antonio Bruno

Ci sono 10 milioni di cinesi che possono consumare prodotti del Salento leccese ed è per questo motivo che i produttori di vino di questo territorio sono presenti sino al 31 ottobre 2010 all’Esposizione universale di Shanghai presso il padiglione Italia del Ministero delle Politiche agricolo, alimentari e forestali.

Ma com’è questo vino del Salento leccese? Nel nostro territorio la produzione massima di uva per ettaro di vigneto in coltura specializzata non supera le tonnellate 14 per la tipologia rosso Primitivo; a tonnellate 19 per le tipologie derivate da uve a bacca nera; a tonnellate 22 per quelle derivate da uve a bacca bianca. La resa massima dell’uva in vino finito, pronto per il consumo, non è superiore al 75%, per tutti i tipi di vino. Un attimo solo per le tipologie rosato e passito la resa non deve essere superiore al 50%. Quindi da un ettaro di Primitivo si ottengono circa 10.000 litri di vino, e 14.000 litri dalle uve a bacca nera e 16.000 litri di vino bianco.

Secondo l’Eurispes, nel nostro paese nel 1999 sono stati consumati circa 47 milioni di ettolitri di alcol, tra vino e superalcolici. Se si riferiscono tali consumi alla popolazione superiore ai quattordici anni il consumo pro capite sale a 105 litri. Il consumo di vino degli italiani è inferiore solo al consumo francese (59 litri pro capite) uguale a quello portoghese, superiore a quello svizzero (41 litri) o a quello tedesco (32).

Significativo risulta anche il consumo domestico di vino. Nel 1999, secondo l’Eurispes, la spesa media mensile di vino per nucleo familiare si aggirava intorno ai 18 €.

ph Riccardo Schirosi

Ma dove si compra il vino? Soprattutto al supermercato nel 50% dei casi, nelle enoteche per il 27% e solo nel 7% da chi lo produce direttamente. L’andamento dei consumi pro-capite italiani (-20% negli ultimi 6 anni) e la perdita di competitività all’estero riportano in evidenza il problema delle eccedenze produttive. Per questo motivo il famoso “Prendi tre e paghi due” che è la regina di tutte le formule promozionali può, in estrema sintesi, dare l’idea di quel che sta succedendo al vino italiano sui mercati esteri. Come registrano i dati di Assoenologi, i flussi dell’export nel terzo trimestre 2009 indicano un aumento dei volumi da 12,9 a 14,1 milioni di ettolitri e una diminuzione degli incassi da 2,61 a 2,46 miliardi di euro.

Con questa situazione le aziende produttrici di vino del Salento leccese sbarcano piene di speranze oggi in Cina, domani in Messico o in Nuova Zelanda per risolvere l’annoso problema e una volta presa conoscenza delle dinamiche di mercato nel settore alla luce dell’internazionalizzazione dei mercati, alla complessità dei comportamenti d’acquisto del consumatore è evidente che queste imprese sono sottoposte a una notevole minaccia competitiva.

Per poter fronteggiare questa situazione le aziende sono costrette a intraprendere delle efficaci ed efficienti azioni di marketing, processo che necessita di investimenti cospicui, di uno studio approfondito per la formulazione del piano di marketing, tutte cose che se sono nella facoltà delle grandi imprese non possono essere alla portata del produttore singolo.

Voglio raccontarvi ciò che è accaduto al mio amico Marco che vuole fare il vino. Ha 5 ettari di vigneto da cui ricava 70.000 litri di vino. Mi ha detto che vuole produrre e vendere direttamente il vino che fa lui. Mi ha detto che vuole regalare a tutti il gusto di riscoprire i sapori pugliesi del passato poiché si tratta di prodotti che passano direttamente dal produttore, ossia il singolo contadino, al consumatore, una tradizione e un gusto che purtroppo diventano sempre più rari. Dopo che il mio amico Marco ha letto il mio articolo Volete provare l’ebbrezza del profumo del mosto selvatico? http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2009/12/volete-provare-lebbrezza-del-profumo.html siamo andati a trovare un altro mio amico e cioè Angelo Amato di Lecce http://www.olivaservice.com/ che ci ha messo a disposizione tutto l’occorrente.

Però c’è una novità che è rappresentata dalla “Fabbrica del Vino Mobile”. Come dite? Si! Angelo Amato presto si attrezzerà con quanto occorre per venire nell’Azienda del mio amico Marco con il suo “Palmento Mobile” e dopo averlo ottenuto direttamente sotto i tuoi occhi, tu potrai acquistare il vino di Marco sapendo che è proprio quello dell’uva che ha scelto e che hai visto divenire vino davanti ai tuoi occhi. Come dici? Quanto costa? Il vino di Marco costa 3 Euro al litro che a te garantisce la genuinità e la riscoperta del vino di una volta e a Marco un buon reddito.

Allora quest’anno si va alla vendemmia di Marco?

 

Bibliografia

Italo Poso: I vini del Salento sbarcano in Cina – Nuovo Quotidiano di Puglia del 13 maggio 2010

E. Scafato, S. Ghirini, R. Russo. Istituto Superiore di Sanità. Roma: I consumi alcolici in Italia: analisi e proposte

Disciplinare di produzione Indicazione geografica tipica del vino «Salento» Decreto Ministero Risorse Agricole del 20 luglio 1996 G. U. Repubblica Italiana n. 190 del 14 agosto 1996. Ha sostituito il D.M. 12 settembre 1995.

Volete provare l’ebbrezza del profumo del mosto selvatico? http://centrostudiagronomi.blogspot.com/2009/12/volete-provare-lebbrezza-del-profumo.html

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Un commento a La fabbrica del vino del Salento

  1. Dopo il nostro olio anche il nostro vino è il protagonista di questa unica, geniale (almeno per me) forma di marketing trasparente e, in epoca di mistificazioni alimentari, di garanzia che abbia un minimo di significato per il consumatore. Ho un solo, atroce dubbio: che anche qui la genuinità, la sincerità del prodotto e l’amore di chi lo produce non abbiano il dovuto riconoscimento. Essermi sbagliato sarebbe felicità.

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