La chiesa di Santa Marina di Stigliano

di Sandro Montinaro

 

Percorrendo da Lecce la SS 16 in direzione Maglie, uscita Soleto subito dopo Martano, sulla strada provinciale per Otranto, incontriamo due graziosi centri abitati: Carpignano Salentino e Serrano.

A circa 3 chilometri da Serrano, in aperta campagna, sui resti dell’antico feudo di Stigliano, sorge la piccola chiesetta dedicata a Santa Marina costruita nel 1762 per volontà del barone Domenico Salzedo insieme all’adiacente complesso architettonico.

La chiesetta sorge come d’incanto in un bel paesaggio tra il verde dei secolari ulivi, racchiuso ad Oriente da un ameno boschetto e dall’azzurra linea dell’Adriatico.

Gli uliveti prolungano il loro intenso verde striato d’argento quasi fino al mare, a un passo dal quale le paludi della zona lacustre di Arimane (l’odierna Alimini) che, ancora fino agli inizi del XX secolo, emanavano malarici miasmi.

La chiesa, a croce greca, presenta tre altari. Quello maggiore conserva nella nicchia tonda l’immagine bizantina della titolare.

Al di sotto della costruzione del Salzedo è situata una cripta rupestre con una serie di affreschi, alcuni dei quali difficilmente recuperabili, oggi ormai completamente invasa dai rovi.

La tradizione orale narra che Stigliano era un paese sorto nel periodo bizantino. Quando sia stato distrutto il casale eventualmente esistito non lo sappiamo, può anche darsi che il centro sia stato abbattuto durante una delle varie scorrerie saracene. Proprio per sfuggire ai continui pericoli gli stiglianesi avrebbero riparato sulla collina fondando Serrano.

A favore dell’ipotesi di una continuità storica tra Stigliano e Serrano ci sono vari elementi: ad esempio nella Serrano del passato troviamo il culto di Santi già presenti a Stigliano; inoltre bisogna ricordare che gli abitanti di Serrano, ieri come oggi, hanno sempre considerato Stigliano come una “cosa” loro.

Verso la fine del XIV secolo, il feudo di Stigliano per un periodo abbastanza lungo appartenne ai Lubelli. Successivamente andò ai Tolomei i quali poi nel 1575 lo vendettero al barone Nicolò Personè di Carpignano; nel 1580 insieme con Castrignano dei Greci il feudo fu di Filippo Prato. Nel 1643 essendo i Prato in debito con la famiglia Marchese furono costretti a vendergli la loro proprietà. Stigliano con il casale di Castrignano passò in seguito ai Maresgallo, ai Prototico e ai Gualtieri. Da questi ultimi infine, intorno al 1749, il barone Salzedo di Otranto comprò il feudo ormai disabitato.

La zona circostante la chiesa di Santa Maria di Stigliano è costellata da numerose masserie, disseminate, del resto, nell’intero territorio: Masseria Calavaggi, Masseria Torre Pinta, Masseria Culaozza, Masseria Ciomma, Masseria Mancinella. Presso quest’ultima troviamo le tajate ossia le cave da cui si estraeva la pietra tufacea per usi edilizi.

Santa Marina di Stigliano, dunque, rappresenta uno dei tanti luoghi presenti su tutto il territorio salentino. Semplici e misteriosi rappresentano quegli ancestrali luoghi di culto eretti quasi a celebrare un incontro con il Dio che è in ogni luogo ma che è soprattutto lì dove la natura, nel trionfo di bellezza e di dolcezza, apre l’anima all’incontro con il soprannaturale. A siffatte gioie spirituali l’anima è preparata dalla frequentazione delle bellezze insite nei luoghi che circondano le chiese rupestri: una campagna serena sotto un cielo che è l’immagine stessa del Paradiso, una distesa di terra immersa nel severo silenzio degli ulivi, dove di tanto in tanto sale dalle sommesse voci degli esseri viventi, animali o piante, il “cantico delle creature”.

 

Bibliografia di riferimento:

EMILIO BANDIERA – VINCENZO PELUSO, Guida di Carpignano e Serrano. Testimonianze del passato nella Grecia salentina, Mario Congedo Editore, collana “Guide verdi”, 2008.

CARLA CALÒ – SANDRO MONTINARO, L’uomo: tomoli di terra, pietre di memoria. Paesaggio agrario e società a Carpignano Salentino e a Martano nel ‘700, presentazione di Anna Trono [Biblioteca di Cultura Pugliese, serie seconda, 163], Martina Franca (Ta), Mario Congedo Editore, 2006.

EMILO BANDIERA, Carpigano Salentino. Centro, frazione, casali, Capone Editore, Cavallino 1980.

COSIMO DE GIORGI, La Provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio, Mario Congedo Editore, Galatina 1975.

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10 Commenti a La chiesa di Santa Marina di Stigliano

  1. La chiesa sarà visitabile gratuitamente domenica 9 maggio 2010 dalle ore 9 alle 13 nell’ambiento della XVI edizione della manifestazione nazionale dell’Archeoclub d’Italia “Chiese Aperte” grazie ai volontari della Pro Loco di Serrano; per informazioni rivolgersi a Leonardo Bolognese 0836 586 495.

  2. Il tuo modo di scrivere è così coinvolgente da sentirmi trasportata in questi luoghi di culto sicuramente suggestivi, ma che la tua penna rende ancora più affascinanti. Non una semplice di descrizione di posti, ma un prendere per mano il lettore e fargli vivere un viaggio alla scoperta delle meraviglie pugliesi. Questa è la piacevolissima sensazione che scaturisce dalla lettura di questo e di altri tuoi articoli. Ci metti l’anima, si capisce, anzi si legge!

  3. Realtà storico-geografica, misticismo della natura e informazioni ambientali stimolano positivamente il lettore nella volontà turistico-esistenziale.

  4. è possibile che la chiesa sia sorta su un luogo di culto molto più antico?
    grazie per la risposta e complimenti.
    cordialità

  5. Certamente si.
    Infatti, al di sotto della costruzione del Salzedo, quindi a solo pochi metri di distanza dalla chiesa di Santa Marina, è presente una cripta bizantina con affreschi. Inoltre, proprio all’ingresso della chiesa è presente una botola: pochi gradini e poi macerie.

    Saluti

  6. Ho trovato il “casale Stilliani”, membro della baronia di Scorrano, in un documento del ‘400 ed ho bisogno di un riferimento bibliografico preciso (con il numero della pagina in cui se ne parla), è possibile?
    Molto bello l’articolo, che mi è stato utilissimo altrimenti avrei sbagliato l’identificazione del luogo. spero che si faccia qualcosa per salvare questi monumenti -mi si stringe il cuore a vederli abbandonati.
    Grazie

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