Libri/ L’ospedale di Scorrano

di Antonio Negro
 
 

Cosimo Giannuzzi, Roberto Muci
Storia dell’Ospedale “Ignazio Veris delli Ponti” di Scorrano

Presentazione di Rodolfo Fracasso
Carra Editrice, Casarano 2005, pp. 320

Un intenso lavoro di ricerca storiografica si è egregiamente concluso con la pubblicazione del libro di due noti sociologi, Cosimo Giannuzzi e Roberto Muci, avente per oggetto la Storia dell’Ospedale “Ignazio Veris Delli Ponti” di Scorrano. Il corposo volume di 320 pagine è stato edito dalla casa editrice Carra di Casarano con il patrocinio del comune di Scorrano, e si avvale della presentazione del dott. Rodolfo Fracasso.

Fin dalle prime battute emerge tutta la preoccupazione scientifica degli autori di poter gestire con correttezza metodologica il delicato rapporto, che intercorre fra la storia locale e la storia generale senza cadere, da un lato, nella encomiastica banalizzazione campanilistica di eventi, fenomeni e personaggi asettici ed asfittici rispetto all’ampio contesto in cui sono inseriti e da cui traggono significato e spessore; e senza sacrificare, dall’altro, gli stessi eventi, fenomeni e personaggi all’immenso magma del fluire storico, che scorre al di sopra e talvolta anche contro la loro stessa realtà. Pertanto la continua interazione dinamica fra microstoria e macrostoria, a cui gli autori si sono attenuti, permette di inquadrare ogni singolo aspetto della struttura ospedaliera dell’assistenza sanitaria a Scorrano e nel relativo Territorio in tutto il contesto sanitario nazionale e regionale e relativi valori che lo sottendono dal 1918 ai nostri giorni.

A veder bene, ne viene fuori un ardito lavoro innovativo condotto in un settore ancora timidamente esplorato e che favorisce insieme sia l’acquisizione di una consapevolezza della dimensione locale della storia generale che la costruzione dell’identità sociale di una particolare comunità aperta ad un territorio più ampio grazie alla presenza di una struttura significativa per la salute dei cittadini quale è un nosocomio. Lo spessore scientifico dello studio è impreziosito da una narrazione che affonda le sue radici in continui rimandi intrecciati a documenti originali, a fonti iconografiche esclusive che diventano specchio linguistico e visivo di un complesso ambiente sociale. E questo nonostante il lamento degli autori della esiguità di documenti archivistici di prima mano, specialmente dei bilanci degli esercizi finanziari da cui meglio si sarebbe potuto puntare l’attenzione sulla logica sottesa ai rapporti fra risorse finanziarie, scelte di spesa e tutela della salute. Ma gli archivi spesso vengono considerati solo inutili ingombranti ammassi di vecchie ammuffite carte senza pragmatica utilità immediata, e questo, purtroppo, è un altro discorso!

Il taglio, oserei dire pedagogico del libro, lo si può rintracciare nello stile espositivo improntato ad un linguaggio semplice, lineare, accessibile a tutti, organizzato con costrutti attenti più alla paratassi che all’intreccio complicato di frasi subordinate. Questo sforzo linguistico, particolarmente evidente quando è impegnato a “tradurre” il lessico burocratico delle fonti legislative ed amministrative in un registro quasi familiare, tradisce l’intenzione educativa dei due autori che anche in questa occasione non rinunciano alla loro mission di operatori scolastici quali sono. Ed eccoli quindi mettere a disposizione di tutti il prodotto del loro lavoro perché tutti possano attingere dalla memoria delle radici della comunità indicazioni e stimoli critici per vivere in prima persona quella esperienza di cittadinanza attiva oggi tanto sentita e codificata nella stessa struttura organizzativa della scuola che si sta rinnovando.

Il lavoro cerca di analizzare il ruolo che ha avuto nel corso del tempo una struttura assistenziale in un piccolo centro come Scorrano e come la stessa abbia inciso nella identità della comunità. Ma la ricerca fa emergere anche come si sia evoluta nel tempo la concezione dell’assistenza al malato e le sue forme organizzative sul territorio. Da una visione di assistenza e beneficenza affidate al volontariato dei singoli ed alla carità cristiana degli organismi religiosi o laici si è passati alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Congregazione di Carità prima ed Ente Comunale di Assistenza poi), rafforzate dal concetto di tutela della salute garantito solo per il cittadini-lavoratori durante il fascismo con il proliferare delle varie mutue (INADEL, INAIL, INPS, ENPDEP, ENPAS, INAM) fino alla conquista della Costituzione Italiana che trasforma il bene salute in un diritto di ogni persona in quanto cittadino e non solo lavoratore, connotandolo di importanza nazionale primaria. L’attenzione degli autori a questo aspetto fa sollevare qualche sofferta perplessità circa lo scarto fra la previsione legislativa e l’effettiva gestione delle leve del potere che subordina ancora l’erogazione dei fondi necessari alla tutela della salute alla personale “capacità di pressione” del politico di turno che, per quanto meritoriamente interessato alle esigenze del territorio, di fatto testimonia ancora una ancestrale arretratezza culturale rispetto ad una rigorosa allocazione delle risorse pubbliche per la uguale tutela dei diritti dei cittadini di tutto il territorio nazionale. Tale perplessità diventa addirittura grido d’allarme quando viene scambiata la persona ammalata con una variabile all’interno del consuntivo contabile di bilancio, così come sta accadendo ai nostri giorni con “miracolanti” riordini, e con evidenti tagli a reparti e servizi.

Il volume vede all’inizio un’agile saggio del dott. Giovanni Giangreco sulla storia di Scorrano accompagnato da una ricca bibliografia. Si tratta sicuramente di uno stimolante scrigno di informazioni ragionate sulle vicende storiche antiche del piccolo centro; peccato però che tali note si interrompano proprio alle soglie di quel 10 dicembre 1918, quando cioè la nobildonna Giuseppina Delli Ponti con testamento pubblico lega parte dei suoi beni alla fondazione di un luogo di cura per i malati poveri sulla strada Maglie-Scorrano, in memoria del giovane figlio Ignazio prematuramente scomparso a soli 14 anni.

Per comodità espositiva, il lavoro si articola in quattro capitoli corrispondenti ad altrettante fasi delle vicende dell’ospedale. Il primo capitolo ripercorre le tappe iniziali dell’istituzione a partire dal citato testamento attraverso l’approvazione regia del Regolamento, l’inaugurazione del 17 maggio 1926, l’individuazione delle figure professionali e l’attribuzione degli incarichi a vario titolo a personale altamente qualificato, fra cui spicca il dott. Giovanni Catalano.

Il secondo capitolo mette a fuoco le vicende legate alle disposizioni governative fasciste che trasferiscono le competenze in materia ospedaliera agli Enti locali e definiscono le caratteristiche delle strutture ospedaliere secondo cui il nostro ospedale è classificato dal Prefetto Infermeria per malati acuti. Si noti in questo periodo (1939) l’inspiegabile (per mancanza anche di documenti archivistici specifici) fallimento del tentativo di consorziare l’ospedale di Scorrano con quello di Maglie: una sorta di razionalizzazione dei servizi sanitari ante litteram. Il capitolo si ferma alla caduta del fascismo.

Il terzo capitolo indaga sulla vita ormai affermata del nosocomio che, in ossequio allo spirito innovativo della nuova Costituzione italiana e in risposta alle impellenti richieste di prestazioni sanitarie e ricoveri, percorre il duplice obiettivo di ampliare adeguatamente l’ospedale e incrementare la pianta organica del personale sanitario. Lungo questo binario si intreccia una complessa attività amministrativo-burocratica (presidente Mario Malinconico e direttore amministrativo Vincenzo dell’Elmo) e politica (on. Cosimo Abate ed on. Giacinto Urso) tesa ad ottenere i fondi necessari per raggiungere gli obiettivi che giustifichino la promozione dell’Infermeria di Scorrano ad Ospedale di III categoria.

Il quarto capitolo, infine, dalla metà degli anni ’70 ad oggi, registra la fine della lunga attività amministrativa di ente ospedaliero autonomo per la collocazione dello stesso ospedale all’interno dell’Unità Sanitaria Locale voluta dalle disposizioni legislative del 1975 che trasferisce le funzioni di assistenza sanitaria dalla Stato alle Regioni e del 1978 che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale. L’indagine non trascura le più recenti vicende della sanità nazionale e di quella pugliese in particolare con il recente piano di riordino ospedaliero voluto ed attuato dalla precedente amministrazione regionale.

La seconda sezione del libro costituisce una sorta di antologia selezionata di documenti integrali di varia natura ed interesse: deliberazioni, statuti, regolamenti, relazioni amministrative; articoli di giornali; elenchi ordinati dei sindaci di Scorrano, dei presidenti dell’Ospedale; la commemorazione del dott. Giovanni Catalano; le pubblicazioni del prof. Gino Catalano. Una parziale banca dati significativa per chi si vuole cimentare in ulteriori ricerche e comprensione di un argomento ancora poco esplorato e scientificamente ricostruito.

Arricchisce il volume una ricca documentazione fotografica a colori ed in B/N scandita in sei diversi dossier intercalati nel testo ad ulteriore conferma del background metodologico a sfondo sociologico che sottende tutto il lavoro.

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